mercoledì 27 agosto 2008

Con il cervello in vacanza


Sono tornata già da qualche giorno, ma, non essendo riuscita a spegnerlo bene quando stavo in vacanza, ora il cervello mi si è piantato e non è in grado di funzionare correttamente. Che cosa ci si può fare? Niente. La nostra vita, contrariamente a quello che ci vogliono far credere, non è completamente nelle nostre mani, ma solo un po'.
Non divaghiamo subito.
Le vacanze sono andate abbastanza bene, a parte organizzazioni, preoccupazioni, incidenti e simili.
Il ritorno è stato traumatico. Perdendo lo sguardo nel mare di Capri o nelle dolci colline di Orvieto, avevo completamente rimosso le problematiche locali, ma appena scesa dal treno mi sono ripiombate addosso come un falco.
Roma è allo sfascio ... lavori da tutte le parti, uffici del comune deserti dove nessuno risponde (anche se dovrebbe), gente brutta che cammina in branco per le vie della città, giornalai della stazione Termini chiusi e provincialità simili.
Casa invasa dalle formiche (sorte che mi accomuna a Marieta e a tanti altri), ma i negozi che vendono prodotti disinfestanti erano serrati.
Il numero dei ristoranti sotto casa nostra è raddoppiato ... ora in 200 metri ci sono ben 5 ristoratori che si contendono i clienti a suon di tavolini abusivi e cartelloni orrendi (ma perché le Belle Arti a me impongono il colore delle pareti e i materiali da usare per le scale interne di casa e non fanno nulla per i cartelloni in strada?). Questo vuol dire più condizionatori nel cortile, meno parcheggi sotto casa e un'improbabile gimcana tra i tavolini per riuscire ad arrivare al portone. Ma vabbè, pare che questo sia il prezzo dell'abitare al centro, insieme alla totale assenza di alimentari normali, fruttivendoli, parcheggi, quiete, posti che non puzzano di pipì, ecc ... Oltre al fatto che qualsiasi cosa costa il triplo.
Ma non ci si può lamentare, c'è troppa gente che sta peggio!!! Come se c'entrasse qualcosa ... e che se io ho il raffreddore non mi curo perché c'è gente che sta peggio?
Vabbè, sto divagando di nuovo. In realtà non posso fare nient'altro che divagare e lamentarmi perché, come dicevo, il mio cervello è off-line.

Posso però consigliare i libri delle mie letture estive.
Ho fatto il pieno dei gialli di Fred Vargas, scrittrice francese ironica, competente e intelligente.
Mi è piaciuta molto la serie del commissario Adamsberg (Sotto ai venti di Nettuno, Parti in fretta e non tornare, Nei boschi eterni, L'uomo al contrario, L'uomo dei cerchi azzurri ... libri che io ho letto in questo ordine, ma sappiate che è completamente sbagliato). Vi consiglio di fare attenzione però, la Vargas è ingannatrice, quando si inizia a leggerla non sembra niente di che, poi ci si trova completamente drogati e in ricerca di un nuovo libro.
Un altro libro molto bello è "Rosso come una sposa", di Anilda Ibrahimi, anche questo letto tutto d'un fiato. Una storia bella, molto personale, raccontata bene. Piena di fatalismo, di perfette descrizioni di sentimenti, senza inutili soste sugli aspetti peggiori della vita. E soprattutto un racconto dell'Albania (Paese che non conosco affatto e che prima di questo libro mi suscitava solo timori e inquietudini), di ciò che era prima del comunismo, di ciò che è diventato durante e del salto troppo veloce che si è trovato a fare dopo.

A questo punto ho esaurito le risorse e ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissa: ricominciare a scrivere (e a sfogarmi).
Spero che questo mi aiuti a ritrovare un minimo di attività celebrale non banale.
Bah ... vedremo ...