giovedì 27 marzo 2008

Cybercasalinquietudini

Eccomi qua ... come ogni mattina è arrivato il momento in cui bisogna staccarsi dal monitor e fare le faccende di casa. Io non sono brava nel fare queste cose e mi do la scusa che nessuno mi ha mai insegnato veramente a farle. A 28 anni mi sono ritrovata in una casa mia, con una famiglia mia e tutte le cose da fare, ma fino a qualche mese prima avevo sempre avuto qualcuno che le faceva per me. Intendiamoci ... sapevo lavare i piatti, i panni, spazzare e tutte le cose che bisogna saper fare, ma mi erano completamente sconosciute sia la quotidianità sia l'ottimizzazione del lavoro (economia ed entropia al primo posto). Nei primi anni, quando Alice era piccolissima e non lavoravo ancora, si scherzava sul fatto che ero una mamma cybercasalinga perché imparavo le cose da fare dalla rete o dai consigli chiesti alle amiche via mail o via sms!
Con il tempo e con la fatica ho imparato. Anche con il prezioso contributo della mitica Levi, collaboratrice domestica filippina della mia famiglia d'origine, che mi ha poi adottata venendo tre ore ogni settimana a prezzo di favore. Levi arriva il martedì e mi dice con tono perentorio cosa devo comprare, cosa bisogna fare e ogni tanto anche di stendere i panni se non ho altri impegni.
L'unico suo fallimento è stato il tentare di insegnarmi a stirare le camicie di Federico; ho strabuzzato gli occhi e alla terza camicia ho rinunciato, pensando che in fondo io non porto camicie e se Fede ci tiene tanto ad averle stirate è meglio che impari da solo!!! Lui stesso ha convenuto che era la via migliore per tutti, visto il cattivo umore che mi viene quando tento di fare una cosa che non mi riesce e non mi piace: "Meglio una camicia non stirata che una moglie stressata".
Ora ... ho trovato il tempo di scrivere questo post perché sto tentando di fuggire da una montagna di piatti sporchi (la lavastoviglie è rotta da qualche mese, ormai è da ricomprare, ma al momento ... mancano gli sghei), quindi ho pensato che potevo mettere la ricetta della pasta squisita che abbiamo fatto ieri sera. Cucinare infatti è la sola cosa che sapessi fare anche prima della mia "emancipazione" e che continua a piacermi nonostante la routine. Questa è una ricetta semplice e veloce, ma davvero niente male.

Pasta corta con cavolfiore e odori

Ingredienti: maggiorana e timo (possibilmente freschi), nocciole pelate e tostate, pecorino fresco, pecorino da grattugiare, cavolfiore (anche broccolo romano), pasta corta, olio d'oliva.

Si fa un pesto (pestando o frullando) con maggiorana, timo, nocciole, pecorino fresco e olio d'oliva (alcuni ci mettono anche il prezzemolo, ma io lo detesto, quindi l'ho escluso), Le quantità dipendono dal gusto e dal numero dei commensali.
Separatamente si fa cuocere il cavolfiore. La ricetta originale prevede di tagliarlo in lamelle sottili e buttarlo in acqua bollente per due-tre minuti. Io l'ho fatto con le cimette del broccolo romano, che non sono tagliabili in listarelle perché si sbriciolano, quindi ho tagliato le cimette in pezzetti e le ho fatte bollire, ma si possono anche cuocere al vapore e levare quando sono ancora un po' croccanti.
Si fa cuocere la pasta e si condisce con il pesto e il cavolfiore, spolverando con abbondante pecorino stagionato.
Si può servire con un po' di pecorino e qualche pezzetto di nocciola, pepe o peperoncino a piacere.


Ok ... adesso ho messo una ricetta, inserito un nuovo post (wow ... allora sta diventando veramente un blog) e non ho più modo di perdere altro tempo. In verità potrei tentare di levare il controllo sui commenti, ma ... non è divertente, quindi tanto vale andare a lavare i piatti. Molto più faticoso, certo, ma prima o poi mi tocca farlo ... più prima che poi visto che uscirò alle 4 e tornerò stanotte, e che entro le 4 devo anche rifare i letti, mettere a posto i casini che lascia Ali, lavarmi i capelli, lavorare a un foglio excel, mangiare, ecc ...
Che pal...pebre (imprecazione classica di chi ha figli under 10). Per fortuna stasera c'è la capoeira!

venerdì 21 marzo 2008

stream of consciousness

Una delle poche cose che ho imparato al liceo e che ancora mi ricordo è il fluire dei pensieri nella scrittura di Joyce e di Virginia Woolf. In realtà non è un ricordo vivido, anzi ... piuttosto un concetto nebuloso, però la mia sensazione di quello che è lo stream of consciousness si avvicina molto a tutto quello che sono in grado di fare in questo momento, cioé scrivere pensieri a ruota libera, in modo che la mia scrittura si avvicini a quello che è il fiume nella mia testa, senza particolari connessioni logiche o sovrastrutture di controllo. In realtà non è un vero e proprio fiume, piuttosto un rigagnolo ... lento e stentoreo. Ma non potrebbe essere altrimenti dopo una cena di Capoeira (non so come, ma si è meritata una maiuscola). La capoeira nella mia vita rappresenta un'evasione, una piccola fuga dalle responsabilità, anche se diventa essa stessa routine e responsabilità. Comunque quando faccio capoeira, e soprattutto poi ... quando sono con gli amici di capoeira ... divento leggera e tutto sembra più facile e semplice come quando si aveva vent'anni. Poi l'alcool e la stanchezza fanno il resto.
Tutto questo perché il mio tentativo di blog si merita un nuovo post per sopravvivere. E Biro (http://riodejaneuro.ilcannocchiale.it/), anche se forse non si è accorto di quanto lo stavo ascoltando, mi ha ispirata a tornare a casa e scrivere due righe su quello che è il mio diario e che dovrebbe essere proprio come sono io.
Oggi quindi niente politica, perché nella vita c'è bisogno anche di leggerezza e ormai la politica mi fa solo incazzare. Oggi niente canzoni o ricette. Oggi solo il leggero nulla della mia testa, perchè ogni tanto il nulla è una vera e propria manna che ti distrae dal resto e lo vorrei celebrare insieme all'inizio della primavera.