venerdì 26 settembre 2008

Roma città depressa















Ad ogni azione corrisponde una reazione. E all'azione delle politiche del centro-destra sulla sicurezza corrispondono delle reazioni ben precise. Tra le quali spicca in questi giorni la notizia che i romani si sentono di vivere nella città più insicura d'Italia. Anzi, da un rapporto del Censis, risulta che Roma sia la città più spaventata tra le 10 grandi città del mondo (le altre sono New York, Bombay, Londra, Parigi, Il Cairo, San Paolo, Tokyo, Mosca e Pechino). Il 58% dei cittadini si sente in pericolo e vive l'angoscia di prendere una malattia che lo lasci invalido o di subire un incidente. Gli abitanti della capitale si sentono inquieti e a disagio e vedono grandi minacce dalle nuove tecnologie. Nelle altre grandi città queste percezioni negative riguardano solo il 30-35% degli abitanti.
Insomma i romani vivono male e tutti si stupiscono di questo. Ma non c'è un granché da stupirsi. Il benessere di solito è direttamente proporzionale alla qualità della vita. E a Roma la qualità della vita è notevolmente peggiorata.
In realtà oggi Roma è nettamente più sicura degli anni '80 e dei primi anni '90. Anche una città più vivibile per certi versi. Ed è sicuramente una città più tranquilla di quanto possa essere San Paolo (tanto per fare un esempio).
Però i cittadini romani vivono male. Perché?
Io una risposta accurata non ce l'ho, ma secondo me tutta la battaglia sulla sicurezza di questa primavera ha iniziato un procedimento di sconforto generale.
Ora questa città, dove sono nata e cresciuta e che amo con tutto il mio cuore, è una città impossibile. Innanzitutto il traffico è peggiorato. Non poteva essere altrimenti, visto che i taxi costano sempre di più, sono introvabili di sera e ormai fanno come se fossero i padroni del mondo passando continuamente nelle corsie riservate agli autobus e ai tram. Inoltre non è stato potenziato il servizio dei trasporti urbani e si parla già di aumenti delle tariffe. Tutta la furbetta questione dei parcometri ha dato il colpo di grazia alla situazione. Ora in macchina si può andare dovunque e parcheggiare dove si vuole, e sarà così anche domani visto che la proposta del sindaco è quella di stabilire dei prezzi forfettari molto bassi per i parcheggi prolungati nelle strisce attive.
A peggiorare il tutto c'è l'impacchettamento. Da agosto Roma è un cantiere, che manco nel Giubileo si erano mai visti tanti lavori stradali tutti insieme. In più è un cantiere lento e disorganizzato. Quindi imbuti, rallentamenti, deviazioni. Insomma un casino.
La notte bianca è stata una farsa e tante iniziative estive sono state cancellate (tranne quelle bancarellose al centro, tipo saga di paese), quindi non ci si può sfogare, non senza spendere un bel po', almeno.
La Roma perde continuamente.
Aggiungiamoci la battaglia sulla sicurezza, il razzismo latente e militari sparsi dove meno te li aspetti ed ecco qua che la gente si sente a disagio.
Senza alcuna luce all'orizzonte.
I romani stanno semplicemente andando in depressione ...

giovedì 25 settembre 2008

In giro con le tette


Stasera ho voglia di parlare di tette. E di come reggerle. Io non ho mai avuto delle gran tette a parte quando ero ragazzina ragazzina. Però si sono ridimensionate subito, basti pensare che a 13 anni portavo praticamente una quarta e a 15 una seconda. Non è stato un gran trauma. Sono cresciuta con delle tette normali e un bel fisico, quindi nessun rimpianto. Anzi, visto che non dovevo reggere un granché ho subito rinunciato all'uso del reggiseno e con l'età ho deciso che non stavano poi tanto calando pur di non mettermelo. Questo fino alla scorsa settimana, quando, per indossare un certo vestito blu, mi sono comprata il mio primo push-up. E chi se l'era mai immaginato???!!! Il reggiseno in realtà mi ha sempre dato un certo senso di costrizione e l'ho messo solo quando era necessario (e a volte nemmeno allora). Il push up era quanto di più lontano dal mio quotidiano.
Per chi non lo sapesse il push up è un reggiseno che accresce e tira su le tette. Come funziona? Ha due coppettone rigide, che disegnano il seno e dentro è imbottito nella parte inferiore con del silicone. Lo spiego perché ne ero completamente all'oscuro. Comunque si indossa e, se non avete sbagliato taglia, si riempie col seno in modo che riempia la coppa ed esca un po' dalla parte superiore.
Scomodo e rigido ho pensato quando l'ho comprato, ma tanto era destinato ad essere indossato per tre ore nella vita (e infatti dopo il comune, quando siamo andati a bere con gli amici al bar, l'ho sfilato e l'ho infrattato nella borsa).
Tornata a casa l'ho riposto nel cassetto della biancheria, pensando che occupava pure troppo spazio, e l'ho scordato lì.
Il caso ha voluto che per il mio matrimonio non fossi l'unica a provare per la prima volta il push up. Anche Sara se l'è comprato e, provandolo s un abito meno strizzato e strano del mio, ha cominciato a trovarlo divertente. Ci ha fatto un po' di giretti e poi ha cominciato a raccontarmi quanto si divertiva a indossarlo. Sara è una persona ironica e intelligente, ha spesso un punto di vista diverso sulle cose e riesce sempre a mettermi addosso una certa curiosità.
Perciò ieri ci ho provato anch'io. Mi sono messa un paio di jeans, un paio di stivali (visto che Marieta insiste che non posso più andare in giro con i sandali, anche se oggi me li sono rimessi), una magliettina di cotone e il push up.
Effettivamente ha un che di comico l'andare in giro con delle tette dure e dritte che sono evidentemente innaturali. Mi è venuta in mente la tesi di Cecilia, che è sempre stata contraria ad andare in giro con qualcosa del genere, immaginandosi la delusione di un primo incontro amoroso in cui ti levi il reggiseno e sotto non c'è quello che ti aspettavi. Ma non è così, nessuno si aspetta delle tette così, sfidano tutti i principi della fisica!!! Inoltre a me non capita di avere primi incontri, quindi ... sono due giorni che me ne vado in giro con questo strano oggetto che mi affascina e mi attrae l'attenzione. Non so se qualcuno per strada abbia guardato le mie tette, ero troppo occupata a guardarle io. L'unica cosa è che non potevo smettere di toccarle, anzi ... di toccare questa struttura semirigida così plastica e curiosa, perché di mio in quel che toccavo non c'era proprio nulla. Comunque con un po' di amiche oggi ci siamo sbellicate dalle risate.
Io sono convinta che ognuno possa andare in giro come meglio si sente. Se si vuole rifare il seno, le labbra, i capelli, se vuole andare in giro in tuta o con i vestiti da sera, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Per quanto mi riguarda sono una persona abbastanza rilassata sull'aspetto fisico e continuerò a campare senza reggiseni, senza fondotinta, senza tacchi e senza tante imbellettature. Ciò non toglie che un giro con le tette ogni tanto non può far male a nessuno ...

Autoscontro celeste


Ancora una volta trovo una notizia scientifica riportata in forma catastrofica. Si tratta dello scontro tra due pianeti in orbita attorno ad una stella che si trova a 300 anni luce dal nostro sistema solare. Ovviamente nell'eterno balletto dell'universo è ben possibile che due corpi si scontrino (anche se meno facile di quanto potrebbe apparire, a causa degli equilibri gravitazionali). L'aver osservato una tale collisione è un fatto interessante per la scienza.
Ma per il cosiddetto "uomo comune"? Come far passare la notizia? Il titolo: Catastrofe nello spazio. L'abstract: Collisione tra due pianeti a circa 300 anni luce dalla Terra. E' un pericolo per il mondo?
Mi sono subito chiesta quale poteva essere questo tremendo pericolo che ci minacciava. Detriti dello scontro? A occhio e croce 300 anni luce sono una bella distanza e non dovrebbero arrivare prima di un bel po' di tempo (anzi, secondo me non dovrebbero arrivare proprio, ma magari le mie conoscenze in materia sono un po' superficiali).
Alterazione degli equilibri? O santiddio ... qui si rasenta l'astrologia.
Allora cosa?
Leggo la news (di poche righe, fra le notizie di un noto motore di ricerca, direi il secondo in classifica) e scopro che la minaccia dovrebbe essere il ripetersi di questa condizione nel nostro sistema solare. Praticamente l'aver osservato uno scontro tra pianeti rende verosimile una tale ipotesi e subito ci preoccupiamo delle nostre chiappe.
Niente paura però, gli scienziati hanno calcolato che questa cosa è ben difficile nel prossimo miliardo di anni.
Da una seconda rilettura questa news fa acqua da tutte le parti. Prima di tutto uno scontro tra due pianeti non è una catastrofe. Nello spazio succedono cose ben più violente e sconvolgenti. Due pianeti che si scontrano saranno all'ordine del giorno. Diventano una catastrofe solo per gli eventuali abitanti dei due pianeti. Ma non è detto che ce ne fossero, quindi ...
Secondo poi, ma perché l'aver osservato una cosa di cui tutti conoscevano l'esistenza la dovrebbe rendere più reale? Tra Marte e Giove c'è tutta una fascia di asteroidi e pianetini che equivale all'esistenza di un altro pianeta e i calcoli riportano che lì (per capire bene gli equilibri del sistema solare) ci dovrebbe proprio essere un altro pianeta. Quindi la teoria più accreditata è che c'era un altro corpo celeste che poi è stato distrutto in qualche collisione. Ma vabbè ... se non suscita un sentimento comune la notizia ormai non viene più letta, quindi ...
Infine le parole degli scienziati. La dichiarazione riporta tutto come prima, tranquillizza dove era stato agitato, annulla l'effetto inquietudine. E rafforza l'idea di questi scienziati che nessuno capisce, al di sopra di ogni cosa, che mettono in salvo le nostre notti tranquille. Ma nessuno si chiede come mai dovremmo fidarci di quest'ente "scienziati" che qualche settimana fa voleva accendere un buco nero in grado di risucchiare l'intero universo nel giardino di casa nostra?
E la frase "esigue possibilità di prodursi nel prossimo miliardo di anni" davvero rassicura? Per me, che non ho mai capito come si facessero a studiare i sistemi con più di tre corpi (lo confesso ... ho lasciato a metà il corso di meccanica celeste), è un vero mistero. Come si possano avere delle certezze in materia? Infatti l'articolo parla di esigue possibilità, non di nessuna possibilità. Inoltre mi incuriosisce la serenità che mette la frase "nel prossimo miliardo di anni", perché sembra allontanare il problema a dismisura. Ma leggendo bene dice NEL prossimo , non TRA UN, quindi potrebbe essere anche domani.
Non dico questo perché penso che ci scontreremo con un pianeta nel 2012 (come molti sono convinti che accadrà), ma solo per sottolineare lo strano modo di divulgare la scienza sui media più utilizzati.
E come semplici metodi agiscano nelle nostre capoccette, trascinandoci in altalene emotive, inculcandoci strani riferimenti e lasciandoci senza alcuna conoscenza.


martedì 16 settembre 2008

Vortici stellari



Alla fine ce so cascata anch'io. E con tutte le scarpe. Non sto più parlando di buchi neri. O forse sì, ma figurati. Il vortice che mi ha inghiottita questi giorni è proprio quello del matrimonio. Io che ero così easy, così informale, così ... ma che ne so. Invece sto passando giornate a prenotare parrucchieri, comprare vestiti, parlare di fiori, cercare scarpe e angosciarmi oltremisura. Perché quando si finisce nel vortice ci si angoscia, eccome. Mi ritrovo la sera a letto che stento a prendere sonno, quando di solito non arrivo alla seconda riga del libro. Sto li che rimurgino: qualcuno avrà pensato alla musica? Come facciamo a servire la lasagna senza la paletta? Avrò bisogno di una borsa?
Insomma una marea di stronzate popola il mondo dei miei pensieri. Intendiamoci, non è che per addormentarmi di solito penso ai massimi sistemi, però nemmeno alle palette per lasagne.
Il vortice ormai mi ha acchiappata tutta. Non ne posso uscire se non con un anello al dito. Perché se prima l'ansia era concentrata sulla festa ora l'ho spostata sul matrimonio vero e proprio. Stasera avevo un groppo allo stomaco e mi sentivo come prima di un esame, quindi mi sono chiesta perché. Perché sto così male? Perché mi sono fatta venire orzaiolo, brufoli, sciatica e gastrite?
La risposta stava lì ad aspettarmi. Giovedì (ormai tra meno di 48 ore) io entrerò la dentro e sarò sotto lo sguardo attento di un bel po' di persone. Tutti a guardare me. Con lo sguardo attento sul mio vestito,le mie scarpe, i miei capelli, la mia collana ... brrrrr!
Io non sono timida, anzi. Però nemmeno una bestia da palcoscenico. Ci saranno tutti questi amici e parenti che mi guarderanno e ... a me non piacerebbe essere uno spauracchio brufoloso e orrendo. Mi sentirò giudicata, osservata e fotografata. Magari è tutta gente che mi vuole bene, ma ... io non mi sento per niente una sposa.
Così dalla prima cosa che capita sono passata a un vestito che mi piaceva 8da riutilizzare in mille occasioni), a delle scarpe che ci stessero particolarmente bene, al parrucchiere e all'ansia dei dettagli.
Sono sempre stata una patita dei dettagli, molto più che dell'insieme. Capita così che mi distraggo facilmente dalle cose importanti e mi perdo in bicchieri d'acqua, divisione dei capelli e varie tassonomicità.
Facile capire quanto ci si possa perdere in questo tiro al massacro infinito dell'estetica sotto ai "riflettori", che non è nemmeno il mio campo di battaglia.
Ma bisogna razionalizzare: fra 48 ore sarà tutto passato, riuscirò di nuovo a bere e mi ritroverò con un paio di Repetto che altrimenti non mi sarei mai comprata.
A patto che riesca a sopravvivere all'ansia :-)

giovedì 11 settembre 2008

Dal Big Bang ai buchi neri ... dell'informazione (parte seconda)

Ecco qui. Siamo a tarda sera dell'11 settembre. Ieri l'acceleratore di particelle di Ginevra è stato acceso e il mondo è ancora qua. Nessun buco nero. Nessun Big Bang. Nessun nuovo universo in espansione. Certo ... l'acceleratore entrerà a pieno regime solo nel 2009 e per ora sono stati fatti solo giri di prova, ma ...
L'attenzione inizia già a sfumare. I giornali che in questa settimana hanno proposto vari articoli sull'LHC (Large Hadron Collider), sul bosone di Higgs e sulle teorie di Hawking, sono tornati a parlare di cose ben più comprensibili come gatti che tornano a casa dopo nove anni e stangate del gas. I giornalisti che si occupano si scienza hanno già un nuovo argomento da bistrattare: la proteina che regola la crescita dei tumori, che è stata chiamata Pokemon, non si capisce bene perché. La fisica delle particelle è già uscita dalla testa delle persone, magari con un certo sollievo per la mancata fine del mondo e dell'intero universo.
Uscita sì, ma non senza esplosioni di insensatezza, come l'articolo di Elena Dusi su Repubblica online del 10 settembre. La giornalista parla di nomi esoterici, di particelle prime donne e di lattine di birra lasciate per errore nelle strumentazioni. Perché? Sono d'accordo che per essere leggibili gli articoli di questo settore debbano essere articoli di colore, alleggeriti e molto più accessibili. Ma qui si sfiora il ridicolo. Il sensazionalismo deve sempre e per forza essere alla base dell'informazione? C'è davvero bisogno di ricordare la catastrofe alla prima frase, di sottolineare la magnificenza dell'esperimento nella seconda, di descrivere il sapore dei tramezzini nella terza?
Mi informo e scopro che la Dusi ha vinto vari premi come giornalista scientifica. Allora una nuova domanda si affaccia tra i miei neuroni, visto e considerato che i suoi articoli sono sempre piuttosto ben scritti. Ma non è che il giornalismo scientifico sta così uno schifo per colpa dei committenti? Magari la signora Dusi era perfettamente in grado di scrivere un articolo interessante e colorato anche senza esagerare con le cazzate (ops ... pardon). E magari le sarebbe piaciuto anche di più. Solo che non glielo avrebbero pubblicato. E magari non lo avrebbero pubblicato perché nessuno lo avrebbe letto con attenzione. E magari nessuno lo avrebbe letto con attenzione perché ... eh già, perché?
A questo punto la mia catena si spezza e non so più puntare il dito con sicurezza. Salvata la Dusi, salvata Repubblica, salvati i lettori. Di chi è la responsabilità della disinformazione e dell'analfabetismo scientifico nel nostro Paese? Io credo che grossa parte sia nell'istruzione, ma anche nell'opinione comune (quindi nell'informazione?) che vede in materie come la fisica delle alte energie qualcosa di astruso e incomprensibile, noioso e inutile.
Ora mi chiedo ancora una volta come si possa spezzare questa catena e cosa posso fare io, nel mio minuscolo, per contribuire a spezzarla. Tutto questo ignorando spudoratamente il dubbio se sia davvero lecito o no tentare di spezzare questa catena.
Non mi do una risposta se non quella di continuare a scrivere sul mio blog, anzi quella di creare un nuovo blog di informazione scientifica, sul quale però non ho il tempo di scrivere quotidianamente e che quindi richiede l'ausilio di chiunque voglia partecipare.
Mi piacerebbe fare un blog così, informato, facile da leggere, che possa contribuire a introdurre in questi mondi tante persone che, non avendo le basi, non riescono proprio a comprendere di cosa si stia parlando.
In attesa di volontari segnalo il bel post di Gibilix sui costi dell'acceleratore, parole e grafici rispondono perfettamente alle voci che, in preda al panico da fine del mondo, si chiedevano come fosse possibile spendere tanti soldi dei contribuenti in questi esperimenti "inutili".

Nell'immagine una simulazione della rilevazione del bosone di Higgs presa da Wikipedia. E' un'immagine di pubblico dominio. La fonte è: the CMS home page (at CMS Media/[http://cmsinfo.cern.ch/outreach/CMSmedia/CMSphotos.html Photos]/EventD)

mercoledì 10 settembre 2008

Dal Big Bang ai buchi neri ... dell'informazione



Mi chiedo spesso come si possa tollerare l'ignoranza della divulgazione scientifica sui principali organi di informazione. Molti giornalisti, compresi quanti scrivono sui giornali più venduti, trattano le notizie che riguardano la scienza come fossero gossip o cronaca nera. L'incompetenza regna sovrana. Nessuno sforzo per capire gli argomenti che si stanno trattando.
Ecco allora che gli studi di astrofisica diventano studi sui viaggi nel tempo, gli studi di biologia comportamentale diventano segreti per migliorare la scelta di accoppiamento, la teoria della relatività si traduce con "tutto è relativo" e la fisica delle particelle (effettivamente uno dei settori più difficili) diventa la fine del creato.
Nell'immaginario comune quelli che studiano genetica sono dei pazzi che vogliono clonare l'uomo, quelli che studiano la fisica nucleare sono dei pazzi che vogliono costruire bombe, quelli che studiano astronomia sono dei pazzi che vogliono spendere i soldi dei contribuenti per mandare gente su Marte. Al grido "la gente comune vuole capire, bisogna usare il linguaggio della gente comune" le notizie e la mentalità stessa della scienza vengono stravolte, snaturate, imbrogliate e sporcate.
Ciò nonostante la notizia del Big Bang di Ginevra ha inquietato pure me. Credo per motivi che non hanno nulla a che vedere con i buchi neri (come ho già spiegato). Tuttavia vedere scritta su un giornale la possibilità della fine del mondo non fa piacere a nessuno.
Gironzolando qua e la nella rete, tra blog e portali vari, ho raccolto dati assolutamente poco convincenti. C'è ci parla di buchi neri che si uniscono e ingoiano la terra, chi di microbuchi neri che evaporano in pochi secondi. C'è chi denuncia il rischio della fine in 4 anni, chi in 5, chi addirittura in 50 (beato chi c'ha un occhio, diceva mia madre). C'è chi parla di denuncia di una parte della comunità scientifica, chi di un pazzo isolato in cerca di pubblicità. Anche sull'esito del buco nero ci sono informazioni sconcertanti, si parla dell'inghiottimento della terra e addirittura dell'intero universo.
Ma davvero siamo così avanzati, tecnologici e potenti da costruire qualcosa in grado di far scomparire l'intero universo? Non è che ci sentiamo un po' troppo importanti? E dire che spesso non riesco nemmeno a far funzionare la centrifuga della lavatrice. E se anche fosse ... possibile che saremmo i primi a costruire una cosa del genere? Magari in un'altra galassia hanno già fatto questo esperimento e il buco nero sta già divorando l'intero universo. Inoltre nel Big bang originale (molto più grosso, ma di svariate lunghezze) sai quanti buchi neri si formavano? E quelli niente? Non erano in grado di risucchiare tutto subito?
La verità è che l'informazione sembra del tutto sbagliata. Non si può certo ricreare un Big Bang, perché noi del Big Bang non sappiamo una mazza, nemmeno se c'è stato. I nostri dati, le nostre serie teorie scientifiche iniziano qualche frazione di secondo dopo, una roba impercettibile per noi, ma fondamentale per la teoria stessa. E nessuno è in grado o ha l'ambizione di ricreare quelle condizioni lì. Solo bisogna sparare delle particelle e farle scontrare a grandissime velocità in un ambiente riparato e provvisto di svariati apparecchi di rilevamento.
Ma le particelle così veloci e gli scontri che cerchiamo di osservare avvengono normalmente nello spazio che ci circonda. Non siamo mica Dei. Non siamo in grado di creare una vita dal nulla, né di distruggere l'universo in un battito di ciglia.
Questo non ci mette al riparo dal combinare casini ovviamente (vedi la bomba atomica ad esempio), però io nei confronti di questo antropocentrismo rimango spesso scettica.
Ovviamente io non sono un'astrofisica, ne una fisica delle particelle o un'esperta in materia. Però so benissimo che le notizie del mondo scientifico vengono travisate, manipolate, distorte, strumentalizzate e buttate là con nonchalanche, come se la scienza fosse un mondo impazzito in un universo di gente normale.
E poi non vi sembra strano in che questa rara occasione della notizia di un esperimento a livello mondiale, subito sorgano timori e inquietudini sulla fine della vita?
Ora la gente si chiede cosa succederà, sta col fiato sospeso. E domani probabilmente non succederà nulla, anzi ... visto che nella peggiore delle ipotesi il buco nero ingoierebbe la terra in 4-5 anni, domani dovrebbe proprio essere un giorno come un altro. A questo punto probabilmente tutto si risolverà con una bolla di sapone. Ma resterà l'indignazione per i soldi spesi in questo esperimento, perché a pochi frega una mazza se si trova o no il bosone di Higgs. Magari se si trovasse la prova di un'intelligenza extraterrestre sarebbe un altro paio di maniche, ma un bosone ... a chi volete che interessi. La conoscenza non fa notizia.

A me invece resta la rabbia per aver letto una notizia così stupida da essermi rimasta dentro nonostante la sua superficialità. Mi viene quasi voglia di non leggere più i giornali.
Ma magari proprio questo è lo scopo degli articoli catastrofisti escatologici. Se temo per la fine del mondo di certo non mi preoccupo che la Gelmini voglia mettere i grembiuli nelle scuole, che Alemanno rivaluti il fascismo o che l'Alitalia sia diventata un soap più lunga e tormentata di beautiful.
Sarà mica questo il vero scopo?

martedì 2 settembre 2008

Se otto ore vi sembran poche ...







Siamo alle solite. Un nuovo governo, un nuovo ministro dell'Istruzione e delle nuove riforme sulla scuola. Ogni ministro che passa lascia la sua firma, come i cagnolini che marcano il territorio facendo la pipì sul lampione. Il problema è che tutte queste riforme non vanno mai nella direzione giusta, ma sempre contro gli studenti. Questo nuovo genio della Mariastella Gelmini ha introdotto delle novità a dir poco agghiaccianti. Parlo soprattutto delle elementari che, per forza di cose, sono il mio campo di competenza.
Le principali novità di quest'anno sono l'adozione di un unico testo per l'intero quinquennio scolastico e l'introduzione del maestro unico.
Riguardo all'adozione del testo esprimo forti dubbi. L'esperienza personale è questa: i libri che aveva mia figlia in prima e seconda (sempre stesso titolo e stessa casa editrice) erano davvero ottimi, ma il testo della terza mostrava delle serie lacune. A dire delle maestre lo stesso libro in quarta e quinta risultava davvero noioso e poco efficace. L'adozione di un unico titolo per cinque anni implica quindi la scelta di un testo decente per tutti e cinque gli anni, ma non del testo più adatto e vicino alla linea didattica che gli insegnanti vogliono seguire di volta in volta. Inoltre in caso di cambiamento del maestro (cosa molto più frequente di quanto si creda), il nuovo dovrà per forza seguire le direttive di chi ha scelto il testo, che magari sono completamente diverse da quelle del metodo d'insegnamento da lui adottato.
Ma vabbè, tanto i bambini nella scuola italiana lavorano soprattutto con le fotocopie delle fantomatiche "schede" che qualcuno ha inserito qualche anno fa.
La responsabile dell'editoria scolastica denuncia "costi sociali elevatissimi". Ma anche questa non è una novità.
Quello che veramente mi lascia basita è la scelta di adottare un unico maestro per tutti e cinque gli anni. Un unico maestro che insegnerà tutte le materie, che starà 8 ore con i bambini, tutti i giorni, spiegando con lo stesso metodo storia, geografia, arte, matematica, italiano, inglese, ecc ...
I pro mi sono evidenti all'istante: dimezzamento del corpo insegnante, quindi meno soldi per gli stipendi che al momento risultano essere la voce di spicco nella spesa della scuola italiana. Non che vengano pagati tanto, intendiamoci, solo che negli ultimi anni i tagli alla pubblica istruzione sono stati talmente tanti che sono rimasti quasi solo i soldi per gli stipendi.
In questo modo pagheranno un po' (poco) di più i maestri elementari e potranno tagliare ancora alla voce istruzione (non saranno certo reinvestiti nella scuola pubblica i soldi che avanzeranno).
I contro? Me ne vengono subito in mente alcuni banali tipo maestri più stressati (8 ore in classe con 20-25 bambini ... non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico). E se poi l'insegnante non è competente? E' assenteista? Non sto farneticando, succede eccome. Non c'è un reale controllo del corpo insegnante. la Gelmini assicura che questa mossa non è contro il tempo pieno, né contro la scuola pubblica. A me sembra ovvio che invece le conseguenze di questa manovra saranno tutte indirizzate verso un'ulteriore dequalificazione della scuola, il che porterà maggiori affluenze alla scuola privata, il che porterà a un tempo ridotto (pochi bambini, pochi diritti, è questo il concetto di democrazia della destra).
Il tutto, come sempre, sulla pelle dei cittadini.

lunedì 1 settembre 2008

Delirius tremens ... ovvero delirio tremendo



Sinceramente non pensavo che fosse così delirante organizzare un matrimonio. Non il mio almeno, che non richiede quasi alcuna formalità se non quelle strettamente burocratiche. Per semplificare il tutto ho sfrondato l'inessenziale: niente partecipazioni, niente bomboniere, niente lista di nozze, niente vestiti bianchi, niente fiori, niente cuscinetti, niente album di matrimonio, niente di niente. D'altronde il significato stesso del mio matrimonio era stato sfrondato dall'inessenziale. Ci sposiamo solo per burocrazia, per legittimare Alice (che altrimenti passerebbe la vita nel ruolo di figlia naturale, come se ci fossero figli innaturali ....), per chiarire meglio le cose sulla carta, per non fare file astruse in tre ogni volta che c'è da fare un documento. Festeggiamo perché si festeggia tutto il festeggiabile e un matrimonio è sicuramente qualcosa di festeggiabile, al pari di un capodanno.
Non voglio essere bellissima, dubito che sarà il giorno più bello della mia vita, non ho altre aspettative che quelle di mettere a posto le cose e divertirmi.
Ma non credevo proprio che anche così sarebbe stato complicato.
Invece lo è. Organizzare il tutto richiede comunque massicce dosi d'ansia, telefonate, mediazioni e contrattazioni (parenti, amici, porchetta, vino). Inoltre, non so come e non so perché, ho anche cominciato a fare gli incubi e a sentirmi oltremodo sotto pressione.
Oggi un titolo su Repubblica.it mi ha mandata letteralmente nel pallone. L'articolo parlava del nuovo acceleratore di particelle che verrà acceso al CERN il 10 settembre e che tenterà di ricostruire i secondi dopo il big bang. A quanto pare alcuni scienziati affermano che c'è il rischio che tale acceleratore inneschi un piccolo buco nero che inghiottirebbe la terra.
Mi è preso il panico, sudori freddi, tachicardia, senso di pericolo imminente e di sottofondo il pensiero: "ma che sto a fa tutta sta fatica inutilmente, se il mondo finisce prima? Passo i miei ultimi giorni a scegliere vestiti, salumi e a stampare piantine di un posto inarrivabile?". Chiaramente era solo uno dei pensieri, quello più becero. Gli altri erano molto più radicali e sensati, tipo la tristezza di non vedere mia figlia crescere o cose simili.
Alla fine, dopo una decina di minuti, ho dominato il panico e ho letto tutto l'articolo, dal quale si capisce chiaramente che l'ipotesi è remotissima, se non inconsistente, che era fondamentalmente una bella trovata dei giornalisti che di scienza non sanno scrivere nulla, e che comunque il mondo ci avrebbe messo circa 4 anni a scomparire nel buco nero (quindi l'ansia è rimandabile e, in quanto tale, rimovibile).
Quello che mi è rimasto è lo sconforto del panico che ti può prendere in due minuti senza che tu lo voglia. E dire che faccio di tutto per evitarlo quel panico.
Invece niente. A un certo punto ti attanaglia e non c'è verso di farselo passare subito. Peggio del raffreddore. Magari dopo 10 minuti sei li che già ridi di quanto sei scemo, ma quei 5 minuti iniziali sono sempre bruttissimi e io vorrei non passarli più. Mi fanno sentire come se tutto ciò che ho costruito fosse un castello di carte che vola giù al primo soffio. Come se tutto fosse una recita che viene svelata in un istante. Mi sento proiettata nel giorno del giudizio, senza sapere bene se fin'ora ho agito bene o male. Che stress.
Oggi tutto questo è nato da uno stupido titolo, ma di fondo dallo stress che mi porto addosso in questi giorni. E chi si sposa per davvero? Intendo quelli che preparano tutto prima, che fanno i ricevimenti con 200 persone, pranzo, open bar, vestiti, fotografi, parenti che vengono da lontano, inviti, bomboniere, veli e soprattutto che nel matrimonio ci vedono ben più che uno stratagemma per avere dei diritti di fronte alla legge? Quelli che credono all'istituzione, al vivere per sempre insieme, al mito d'Amore, al giorno più bello della loro vita? Quelli che si comprano vestiti che non si possono permettere, che si fanno pettinare e truccare come attori di Hollywood, che si arrabbiano col fotografo perché non può immortalare il sogno con i loro stessi occhi. Come fanno a vivere la pesantezza prima dell'evento, riponendoci tutta questa aspettativa? E sapendo che in quel delirio tremendo ci si sono ficcati con le loro stesse mani?
Forse riescono a sopportare la sensazione di sentirsi bestie da soma. Io no. Lo stress lo concepisco solo nella necessità. Io vorrei vivere senza ansia, divertendomi, ballando, studiando, facendo l'amore sotto le stelle, leggendo, giocando con i bambini, ubriacandomi, ciarlando con le amiche, risolvendo quiz di logica, scrivendo blog, rompendo gli schemi che posso rompere, cantando a squarciagola, cogliendo i pomodori nell'orto, abbracciando tutte le persone a cui voglio bene, cucinando zucchine e patate, galleggiando in mari cristallini, dormendo con 8 cuscini.
Forse sono io che ho troppe aspettative nella vita!

Ringrazio Mjrka per la foto, che ancora una volta ho preso dal suo sito. D'altronde i tuoi scatti sono sempre bellissimi, si vede che hai delle ottime priorità ;-)