giovedì 11 settembre 2008

Dal Big Bang ai buchi neri ... dell'informazione (parte seconda)

Ecco qui. Siamo a tarda sera dell'11 settembre. Ieri l'acceleratore di particelle di Ginevra è stato acceso e il mondo è ancora qua. Nessun buco nero. Nessun Big Bang. Nessun nuovo universo in espansione. Certo ... l'acceleratore entrerà a pieno regime solo nel 2009 e per ora sono stati fatti solo giri di prova, ma ...
L'attenzione inizia già a sfumare. I giornali che in questa settimana hanno proposto vari articoli sull'LHC (Large Hadron Collider), sul bosone di Higgs e sulle teorie di Hawking, sono tornati a parlare di cose ben più comprensibili come gatti che tornano a casa dopo nove anni e stangate del gas. I giornalisti che si occupano si scienza hanno già un nuovo argomento da bistrattare: la proteina che regola la crescita dei tumori, che è stata chiamata Pokemon, non si capisce bene perché. La fisica delle particelle è già uscita dalla testa delle persone, magari con un certo sollievo per la mancata fine del mondo e dell'intero universo.
Uscita sì, ma non senza esplosioni di insensatezza, come l'articolo di Elena Dusi su Repubblica online del 10 settembre. La giornalista parla di nomi esoterici, di particelle prime donne e di lattine di birra lasciate per errore nelle strumentazioni. Perché? Sono d'accordo che per essere leggibili gli articoli di questo settore debbano essere articoli di colore, alleggeriti e molto più accessibili. Ma qui si sfiora il ridicolo. Il sensazionalismo deve sempre e per forza essere alla base dell'informazione? C'è davvero bisogno di ricordare la catastrofe alla prima frase, di sottolineare la magnificenza dell'esperimento nella seconda, di descrivere il sapore dei tramezzini nella terza?
Mi informo e scopro che la Dusi ha vinto vari premi come giornalista scientifica. Allora una nuova domanda si affaccia tra i miei neuroni, visto e considerato che i suoi articoli sono sempre piuttosto ben scritti. Ma non è che il giornalismo scientifico sta così uno schifo per colpa dei committenti? Magari la signora Dusi era perfettamente in grado di scrivere un articolo interessante e colorato anche senza esagerare con le cazzate (ops ... pardon). E magari le sarebbe piaciuto anche di più. Solo che non glielo avrebbero pubblicato. E magari non lo avrebbero pubblicato perché nessuno lo avrebbe letto con attenzione. E magari nessuno lo avrebbe letto con attenzione perché ... eh già, perché?
A questo punto la mia catena si spezza e non so più puntare il dito con sicurezza. Salvata la Dusi, salvata Repubblica, salvati i lettori. Di chi è la responsabilità della disinformazione e dell'analfabetismo scientifico nel nostro Paese? Io credo che grossa parte sia nell'istruzione, ma anche nell'opinione comune (quindi nell'informazione?) che vede in materie come la fisica delle alte energie qualcosa di astruso e incomprensibile, noioso e inutile.
Ora mi chiedo ancora una volta come si possa spezzare questa catena e cosa posso fare io, nel mio minuscolo, per contribuire a spezzarla. Tutto questo ignorando spudoratamente il dubbio se sia davvero lecito o no tentare di spezzare questa catena.
Non mi do una risposta se non quella di continuare a scrivere sul mio blog, anzi quella di creare un nuovo blog di informazione scientifica, sul quale però non ho il tempo di scrivere quotidianamente e che quindi richiede l'ausilio di chiunque voglia partecipare.
Mi piacerebbe fare un blog così, informato, facile da leggere, che possa contribuire a introdurre in questi mondi tante persone che, non avendo le basi, non riescono proprio a comprendere di cosa si stia parlando.
In attesa di volontari segnalo il bel post di Gibilix sui costi dell'acceleratore, parole e grafici rispondono perfettamente alle voci che, in preda al panico da fine del mondo, si chiedevano come fosse possibile spendere tanti soldi dei contribuenti in questi esperimenti "inutili".

Nell'immagine una simulazione della rilevazione del bosone di Higgs presa da Wikipedia. E' un'immagine di pubblico dominio. La fonte è: the CMS home page (at CMS Media/[http://cmsinfo.cern.ch/outreach/CMSmedia/CMSphotos.html Photos]/EventD)

5 commenti:

Gibilix ha detto...

Grazie per la citazione e ancora una volta sai che io per quel blog lì ci sono e ti ci vedo benissimo come capo redattore. Aspettiamo che passi settembre, che qualcuno mi sa che c'ha gia un bel po'di cosette da fare (e festeggiare).

Solo un'osservazione. Sono d'accordo di lasciare il beneficio del dubbio sulla professionalità della giornalista in questione, ma non me la sentirei di assolvere a piene mani Repubblica.
Il sensazionalismo dei titoli è una scelta editoriale ben precisa che da anni ormai il giornale ha fatto sua. Sempre più spesso mi trovo più a mio agio con la sobrietà del Corriere, ad esempio, anche se i valori di fondo dell'identità politica mi sono molto meno affini.

Hai comunque ragione ad indicare come una sorta di "esigenza di mercato" quella di svilire e rendere quasi barzelletta qualsiasi argomento. E questo accomuna tutte le testate generaliste. Per non parlare poi della "dipendenza" delle redazioni, ma questa è un altra storia, come direbbe Lucarelli.

maria ha detto...

Ma quando dici informazione scientifica parli di scienze di quelle vostre...o anche scienze sociali?

V. ha detto...

Bella domanda. Secondo me qualcosa le scienze sociali ci starebbero bene.Ma che ne dite? Parliamone insieme. Tra qualche giorno che ora ho un diavolo per capello ;-)

Vale ha detto...

Io non capirò mai ste cose, sigh!

V. ha detto...

Veramente lo scopo che volevo raggiungere era propro quello di far capire delle cose che molti pensano di non poter capire. L'ignoranza scientifica in Italia fa spavento e la mala divulgazione non aiuta di certo. Se qualcuno si premurasse di spiegare la fisica, la matematica e tante altre discipline in modo chiaro, leggero e comprensibile, senza dar nulla per scontato, sono sicura che il beneficio sarebbe per tutti. Io non sono sicura di essere in grado, ma ci vorrei almeno provare. Anche perché sono arciconvinta che siano alla portata di tutti.