domenica 5 ottobre 2008

Diario veneziano (parte seconda)



E' strana Venezia, la terza volta che ci vengo eppure la maggior parte dei posti mi sembra del tutto nuova. So di essere già stata in questo o in quell'altro posto, ma non me li ricordavo così e non trovo i posti che mi ricordo, come se la città cambiasse continuamente. Anche le atmosfere cambiano dal giorno alla notte e così mi sembra di non essere mai passata di là, anche se si trattava di poche ore prima. Questo continuo perdere riferimenti me la fa sembrare una città nuova ogni volta, ma è allo stesso tempo una città conosciuta da sempre. Sarà stato il bel post di Marieta a suggestionarmi o i continui riferimenti a Calvino , ma non posso non pensare alle città invisibili, di cui Venezia (reale e irreale) fa banalmente parte. So che è un'associazione ovvia, ma sperimentarla sulla propria pelle (e sui propri piedi) è un altro paio di maniche.
Più concretamente Venezia mi sembra una città che si ribella alla corrente di centro-destra che sferza il Paese. Dopo anni vedo scritte come Aut.Op. o boicotta la coca-cola. Non c'è traccia si slogan destrorsi e anche il famoso adesivo di cui parlavo in precedenza alla fine si è rivelato un adesivo contro la Lega. Scritte contro Lega e leghisti compaiono disordinatamente in tutta la città.
Al di là dei soliti itinerari romantici e turistici (assurdo, ma la città è invasa, anche in questa stagione), questa è una città viva, seria, impegnata e pulsante.
Anche artisticamente. Discutibile il nuovo ponte di Calatrava, bello (ma non innovativo) da sotto, deludente da sopra. Ci sono i vigili perché la gente continua a cadere e a farsi male. Sicuramente più estetico che etico. Pazzesche le pasticcerie, domani vorrei provare un'ombreta de vin, visto che finora ho bevuto solo birra. Però non so, oggi ho visto tante cicchetterie e vinerie, ma domani dove mi sveglierò?

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