lunedì 30 giugno 2008

Consigli di sopravvivenza estiva



Ieri mi è capitato di viaggiare in treno da Orvieto a Roma senza l'aria condizionata. Una prospettiva terribile, ma dopo un po' che boccheggiavo mi sono chiesta: "Come facevamo a viaggiare quando l'aria condizionata sui treni non c'era?".
Non sto parlando di un'epoca arcaica. Quando ero bambina l'aria condizionata non c'era e d'estate faceva caldo lo stesso (non mi tirate in ballo il global warming, negli anni '70 a Roma si bolliva esattamente come adesso). Eppure si prendeva il treno per partire e la macchina per andare al mare. Siamo sopravvissuti lo stesso. Perché adesso la prospettiva di un'ora e un quarto senza aria condizionata ci sembra uguale a quella di fare 100 km a piedi nel deserto?
La risposta è arrivata repentinamente: "Negli anni '70 i finestrini dei treni si aprivano". Adesso oggettivamente no, è passato un omino a sbullonare le finestre (altrimenti sigillate), ma si apre solo una fessurina piccina picciò, che non basta nemmeno a rinfrescare gli occhi.
Questo mi ha fatto riflettere sul quoziente intellettivo di chi progetta i treni, ma, siccome era un pensiero sterile, ho cercato di distrarmi subito.
Mi sono allora immersa nella lettura di Le Scienze e ho scoperto un sacco di cose sull'improbabile impiego di energia nucleare in Italia, sulla ricerca per debellare la parassitosi da schistosomi, sugli interruttori genetici. Insomma ho tenuto ben impegnato il cervello.
Il bello è che sono sopravvissuta al caldo e anche abbastanza dignitosamente. Quando sono scesa alla Stazione Termini ho provato un senso di sollievo, ma girandomi ho trovato che la maggior parte degli altri viaggiatori era a dir poco sconvolta e allucinata. Io no. Io mi sono distratta e mi sono rilassata. Non ho cercato di combattere il caldo. Ho ceduto e ho cercato di non pensarci più.
Quindi, se avete bisogno di elaborare strategie contro il caldo, tenete sempre conto del fattore psicologico, che è determinante ai fini della sopportazione. Più ci penserete più avrete caldo, più vi sentirete in gabbia e più ci sarete.
Perciò d'estate non salite mai su un treno italiano senza qualcosa di interessante da leggere. E non scegliete percorsi lunghi più di due ore.

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