giovedì 29 maggio 2008

Non si volta chi a Marte è fisso


Ero qua a scrivere uno dei miei soliti post politici, però poi mi sono lasciata distrarre dalla televisione e dai giochetti di facebook (Who has the biggest brain? Io ci vado a rota). Per ritrovare l'ispirazione ho deciso di fare un giro tra i miei blog preferiti e mi sono soffermata a leggere le strisce di Entj, che mi hanno fatto rinvenire la voglia di scrivere, però mi hanno distratta completamente dall'argomento. Una in particolare (Il volto deturpato) è andata a toccare un mio nervo scoperto: la disinformazione scientifica italiana.
Avrei voluto scrivere un commento, ma mi sono resa subito conto che sarebbe stato eccessivamente lungo. Perciò eccomi qui a scrivere sul blog alle 2.35 di notte (invece di dormire ... argh).
La questione merita perché la scienza in Italia viene fatta e anche bene. Allora perché non c'è verso di divulgarla come si deve? Perché, per far passare una qualsiasi notizia di argomento scientifico, bisogna affogarla in condimenti di sapore fantascientifico, come gli extraterrestri, i viaggi nel tempo, i cerchi nel fuoco e via dicendo? Come è possibile che non ci sia una terza via tra la baronia di Piero Angela e la scienza sensazionalistica della Macchina del Tempo?
Io ho una mia personale opinione (come dubitarne!!!!!) sulle varie cause che ci hanno portati in questa situazione. Però, data l'ora e la stanchezza accumulata, vorrei soffermarmi solo sulla divulgazione dei principali media.
Il giornalismo scientifico in Italia vive una strana situazione. Da una parte troviamo persone competenti e preparate che non sanno scrivere oppure non sanno comunicare con i non addetti ai lavori, quindi rimangono nel giornalismo di settore senza mettere fuori il naso.
Dall'altra giornalisti che sanno scrivere, ma senza alcuna preparazione scientifica, che vengono letteralmente sbattuti (soprattutto nei maggiori quotidiani nazionali) a fare la gavetta nei settori meno proficui e interessanti, tra i quali, in pole position, troviamo la scienza.
In mezzo a queste due categorie c'è poco (spesso buono, a volte pessimo).
Cosa deve fare una persona incapace di distinguere un pianeta da una stella, che viene obbligata a scrivere un pezzo di colore per la rubrica di scienza? Licenziarsi? Purtroppo c'è il precariato (tra i giornalisti poi non ne parliamo)!!! Questa persona decide di fare il pezzo e scrive di quello che sa, che capisce e che crede interessante. La faccia su Marte per esempio! Magari ignorando che c'è tutta una letteratura dietro le visioni marziane, che va dai canali di Schiapparelli al volto di Cydonia fotografato dal Viking I. Letteratura di supposizioni colorite, sconfessate dal sale in zucca di qualcuno che si è preso la briga di smentire (fornendo prove tangibili) quelle che diventano, inevitabilmente, superstizioni. Con tanto di analisi sociologica sul motivo per il quale vediamo antropomorfismi dappertutto (ho appena scoperto che si può scrivere con una o due "p").
Qualche mese fa, volevo fare un blog sulla divulgazione scientifica, ma poi mi sono completamente distratta e ho aperto un blog sull'onda del (ri)sentimento.
Mi fa un po' rabbia però che la sete di cronaca e di cazzate vada ad intaccare anche la scienza, visto che dai giornali viene ricordata solo ogni tanto. Soprattutto mi fa tristezza sapere quante cose meravigliose si perde chi non ci si avvicina nemmeno un po', facendo trionfare il riduttivo pensiero alla Withman (al quale un grafico dell'astronomo levava il piacere di guardare le stelle).
A questo punto avrei altre mille cose da dire, ma sono le 3.23 quindi è il caso che io spenga il mio iBook e mi metta a dormire, sperando di essermi sfogata abbastanza. Buonanotte a tutti ...

5 commenti:

ENTJ ha detto...

Brava Va_Lentina, bel post! Anche se hai fatto le ore piccole ne è valsa la pena. La questione, come sempre in Italia, è complessa e ingarbugliata. A complemento di quanto dici, mi vengono in mente due possibili bandoli della matassa.
Da un lato, abbiamo in generale un giornalismo cialtrone e asservito alla politica, in cui per fare carriera basta essere uno yes-man. La competenza normalmente richiesta a un giornalista da noi passa in secondo piano rispetto alla tessera di partito.
Dall'altro, fin dai tempi di Benedetto Croce, l'Italia, che pure è la patria di Galileo, sembra irrimediabilmente intrisa di una cultura nazionale che vede le scienze al più come utili "ricette di cucina" e non come fonte primaria della nostra conoscenza del mondo.
Uniamo le due cose, et voilà, abbiamo il perfetto terreno fertile per i volti su Marte, i cerchi nel grano, i misteri delle piramidi, e chi più ne ha...
Per fortuna c'è Internet.
Ciao e complimenti.

V. ha detto...

Alla matassa aggiungerei un paio di bandoletti (collegati a quelli che hai analizzato tu, ma ormai così grossi da acquistare un certa importanza): l'istruzione e la percezione distorta. In Italia gli insegnanti di matematica, fisica & co. sono una merce assai rara (figuriamoci quelli in grado di comunicare l'amore per la conoscenza), quindi i problemi cominciano a nascere già verso gli 11-12 anni.
Inoltre si incontra troppa gente che ha profondamente radicata l'equazione scienziato=genio e che si sente completamente inadeguata nei confronti delle varie discipline (matematica, chimica, fisica, biologia, ecc ...). Questo offre grandi opportunità alle cialtronerie di cui parlavamo sopra.
Insomma al terreno fertile aggiungiamo un po' di compost!!!
Grazie mille dei complimenti e del commento

Gibilix ha detto...

Stracondivido sia il post che i vostri commenti, ma vorrei aggiungere una sciocca banalità: la pseudo-scienza sensazionalistica è come l'astrologia o la smodata passione dei più per il crimine, sia quello vero dei plastici di Vespa che quello finto delle migliaia di serie americane. Emozioni forti e facili. Ci si fa un sacco di danari.

V. ha detto...

Dici che ci si fanno i soldi? Allora quasi quasi potrei tentare ^__^
sai com'è ... la divulgazione non sensazionalistica mi sta costando circa 800 euro. E poi mi sembrava giusto di aver visto una faccione spaventoso e arancione ultimamente ... magari era un marziano (magari!!!). Ora vado a dormire e ci penso bene (stanotte non ci casco ...)

francescobiraschi ha detto...

SABATO 7 GIUGNO ORE DODICI PIAZZA MONTECITORIO.

Non si deve mancare
Il cambiamento passa attraverso la partecipazione.

www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it