Oggi un'altra bella sensazione. Piccola, ma bella. Il classico ajietto con cui ci si ariconsola.
Oggi sono arrivata alla conclusione che la mia sensazione paranoide non è solo mia! Qualche giorno fa parlavo (pardon, scrivevo) di tavolini in soprannumero e tassisti assassini. Fabrizio mi aveva gentilmente risposto che la sensazione di essere perseguitata dai taxi era solo una manifestazione della più forte sensazione di sconfitta cocente. Ma non è proprio così. Non sono convinta che i taxi vogliano mettere sotto me perché sono un residuato di ciò che odiano. Sono solo convinta che ormai se la facciano da padroni e si comportino come cavolo gli pare. Non è che cerchino realmente di mettermi sotto. Però si comportano per i vicoli del centro come se le regole per loro non contassero più. Né le regole stradali, né quelle civili. Nel loro modo di guidare c'è un atteggiamento del tipo fatece largo che passamo noi e a farne le spese sono i pedoni, di destra o di sinistra ... anche quelli che non hanno votato!!!
Ho continuato a coltivare la mia piccola paranoia senza scrivere più niente, aspettando che mi passasse. Invece peggiora. Quattro giorno a Capri mi hanno distratta un pochino. Non che non si sia parlato di politica, ma ... era tutto così lontano.
Il ritorno è stato abbastanza crudo.
Appena rientrati a Roma un poster post-elettorale con i ringraziamenti del nuovo sindaco mi ha fatto l'effetto di un dritto alla bocca dello stomaco. Mi si è azzerata la salivazione, il battito cardiaco è accelerato e una vertigine mi ha fatto capire che il livello di adrenalina stava rapidamente crescendo nel mio corpo.
Ormai guardo le persone sotto un'altra luce e sto rivedendo tutti i rapporti casuali. Mi trovo a disagio per strada. Mi trovo a disagio al bar. Mi trovo a disagio un po' ovunque.
L'altro giorno ero seduta sotto casa, in una dimensione "paesino tranquillo" che mi piace tanto. Dopo un po' ho capito che il barista e i commercianti di zona stavano parlando festosamente della nuova situazione politica. "Vedrai che da ora andrà meglio" diceva uno, e l'altro gli rispondeva con un sorriso. Solo una ragazza molto giovane era titubante. I commercianti sotto casa mia, a parte il barista e pochi altri, sono tutti quanti ebrei. La ragazza affermava che la scena delle braccia tese al Campidoglio l'aveva profondamente turbata. Non ho sentito bene la risposta, ma era un commento del tipo "quella è solo scena, quella è solo moda, vedrai che per noi commercianti da adesso sarà tutto in discesa".
Il barista in questione era una persona che consideravo piuttosto simpatica. Non che non mi aspettassi un elettore della destra. Tuttavia non mi aspettavo un fanatico convinto. Ormai ho paura di trovarmi in mezzo ad altre persone che parlano di politica. Non vorrei distruggere in cinque minuti tutte le relazioni di quartiere che ho costruito durante gli anni.
Parlando qua e la ho capito che in molti si sentono come me. Alieni in un posto che fino al giorno prima gli apparteneva. Sradicati.
La paranoia in queste condizioni non può che aumentare.
Ieri sera ,tornando a casa, ho visto un gruppetto di ragazzi vocianti nella piazza. La mia reazione è stata di correre dentro al portone, chiudermelo bene alle spalle e sentirmi in pericolo finché non sono entrata a casa. Mi sono anche chiesta, per la prima volta dopo tanto tempo, se non fosse il caso di chiudere la porta a chiave.
Eppure abito in un quartiere particolarmente tranquillo: niente scippi, pochissimi furti, rari persino i mendicanti.
Ora mi sento molto meno tranquilla. Per lo più li vedo come persone che hanno voltato le spalle ad un ideale per inseguire il proprio tornaconto economico. Magari non tutti hanno fatto così. Ma cosa ne posso sapere io? I loro nonni e genitori sono stati perseguitati dal fascismo, sono stati ghettizzati, segregati, deportati e uccisi. Ora la maggioranza della comunità ha votato Alemanno, ex picchiatore che non si dichiara più fascista.
Le parole bastano fino a questo punto?
Ma il punto che mi sta a cuore, almeno adesso, non è questo. Il punto che mi sta a cuore è la paranoia!!! Oggi al telefono con Cecilia ci siamo scambiate un po' di sensazioni. Anche lei vede la gente trattare male sull'autobus gli immigrati, anche lei vede i tassisti fare le bizze. L'idea è che i prepotenti (come quelli che hanno cacciato i vigili dal centro di Torino) ora si sentano legittimati a perpetuare le proprie prepotenze. E, se questo viene dal male di vivere comune, mi chiedo cosa succederà quando scopriranno che il nuovo sindaco non potrà davvero cacciare tutti quelli da cui si sentono minacciati. Cosa succederà quando scopriranno che i rumeni (o romeni, non ho ancora capito bene qual'è la giusta definizione) sono comunitari e non possono essere considerati clandestini? Cosa può accadere quando uscirà fuori la legge della Ce, che ho scoperto ieri, per la quale i rom sono tutelati come animali in via d'estinzione e i loro campi non possono semplicemente essere sbaraccati?
I prepotenti non ragionano, non fanno 2+2. Quello che gli si para per la strada lo prendono come un ostacolo. Le leggi saranno definite ingiuste? Sarà data la colpa al centro-sinistra (d'altronde c'era Prodi al governo quando la Romania è stata ammessa nella Comunità europea)? Cosa succederà ai romeni che lavorano come schiavi nei nostri cantieri? E alle badanti? Cosa potrà mai succedere ai campi rom?
La paura è quella dei prepotenti. La paranoia è che siano venuti allo scoperto tenendo la testa alta.
La sensazione buona è che il mio male comunale sia in realtà un male comune. Perché almeno non sto diventando pazza, oppure, se lo sto diventando, sono ancora in ottima compagnia ;-)
martedì 6 maggio 2008
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