mercoledì 16 aprile 2008

Borse e cantieri

Oggi, navigando nella mia quotidiana rassegna stampa, mi sono imbattuta in un'analisi sulle Borse e l'andamento delle elezioni che non è niente male. Soprattutto perché ci fa capire quanto l'andamento reale dei mercati sia diverso da quello che noi immaginiamo. Walter Riolfi, su Finanza&Mercati di oggi, esordisce spiegando che la politica non ha il potere di influenzare più di tanto l'andamento della Borsa, soprattutto dopo il trattato di Maastricht e che quindi "dal 1992, soprattutto in politica monetaria, i nostri governi non hanno più potuto fare danni". Ieri ci sono stati comunque dei piccoli "disallineamenti", nel senso che Piazza Affari (la Borsa italiana) è stata l'unica in calo delle Borse europee, ma il -0,21% è considerato dagli analisti una caduta piccola e circoscritta. Ecco quindi che un governo (di destra o no) non ha alcun potere sull'andamento globale della Borsa.
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Veltroni o Berlusconi, dunque, poco cambia - prosegue Riolfi -. Si potrebbe obiettare che l'ampia vittoria del centro destra non sembra aver entusiasmato il mercato obbligazionario [...] Forse è un fenomeno che, di questi tempi, sta interessando anche altri mercati "periferici", come sostengono alcuni operatori; o forse è il moderato timore che le promesse elettorali di Berlusconi siano poco compatibili con le finanze dello Stato, come argomentano altri e come parrebbe suggerire anche il commento di Standard & Poor's. Se si tralascia Alitalia – un titolo non frequentato dagli investitori professionali ma amato dai piccoli che, dopo aver visto Air France offrire 10 centesimi per azione e Airone proporre un centesimo, s'immaginano che la cordata favorita da Berlusconi possa offrire tutti i 59 della chiusura di ieri – sono stati Mediaset e Impregilo ad essersi mostrati più sensibili all'esito elettorale".
L'articolo prosegue poi spiegando che Mediaset ha perso 4 punti, ma era solo una compensazione dovuta alla crescita dei giorni precedenti, quando si è capito che Berlusconi avrebbe vinto e che quindi l'azienda di famiglia sarebbe stata avvantaggiata. Impregilo invece è cresciuta, essendo la società che ha non solo ha in mano l'appalto del Ponte sullo Stretto, ma anche il progetto dell'alta velocità tra Milano e Genova, che ora dovrebbe essere riaperto.

La frase che più mi ha incuriosito è stata proprio quella sul moderato timore che le promesse elettorali vadano a cozzare con il reale stato delle finanze. E che questo sia stato suggerito anche da Standard & Poor's (società che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre al mondo insieme a Moody's e Fitch Ratings, da Wikipedia) . Ma, non essendo un'economista, non mi sento di aggiungere altro.
Da considerare anche alcuni titoli di altri giornali del settore (che, così a naso, dovrebbero essere tutti dalla parte del Cavaliere, o meglio del Cav, come lo chiamano loro), fra tutti ne riporto uno (solo il titolo, il pezzo non si può, è a riproduzione vietata) di MF:
Lo scontrino elettorale è di 130 mld
Dopo il voto ecco quanto costano le principali promesse elettorali fatte da Berlusconi.
L'abolizione dell'Ici sulla prima casa, che sarà portata al primo consiglio, vale 3 miliardi. Ma occorreranno molte più risorse per abolire bolli, Irap e far pagare l'Iva per cassa
Insomma ... a guardare la stampa specializzata (che io sono costretta a leggere, ma che poi è meno difficile di quanto non si creda) si ha un panorama molto più ampio di quello riportato dai maggiori quotidiani.
E se la gente sapesse forse si farebbe infinocchiare meno facilmente!!!

E' giunto il momento di imparare a mettere le etichette ai post

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