Verso l'ora di pranzo sono andata a votare. Ho imbracciato la tesserina elettorale, il passaporto, mia figlia, mio marito e una sigaretta e mi sono avviata a Piazza del Collegio Romano. Noi votiamo al Visconti, che è proprio bello, ma che oggi mi sembrava più bello del solito. Sarà stato il sole, o la fila (oggi per la prima volta ho trovato la fila), oppure sarà che mi sono finalmente abituata ad aver cambiato seggio. Oggi sono andata a votare con il sorriso, ho chiacchierato amabilmente con le persone in fila, ho depositato il cellulare a mia figlia, che rimaneva fuori dalla cabina, con grande soddisfazione delle scrutatrici (alle quali ho dispensato cortesia, sorrisi e comprensione, in ricordo di anni e anni in cui ero dall'altra parte del banco). Sono entrata nella mia cabina numero 4, con la mia matita numero 4 e le mie 5 schede colorate. Avevo promesso ad Alice che avrei fatto presto, ma in realtà ci ho messo più tempo di quello che pensavo. Mi sono gustata la decisione e la convinzione con cui disegnavo le crocette alla Camera e al Senato, mi sono concentrata per richiudere le schede (che ovviamente non avevo sovrapposto) e per scrivere i nomi giusti nelle schede giuste. E soprattutto mi sono dimenticata il cognome di uno dei candidati che volevo votare ... sono stata un po' li a pensarci, ma nulla ... il vuoto! Vabbè ... capita anche nelle migliori famiglie. Per il resto ho messo croci ovunque potessi metterle e sono uscita sempre sorridente.
A questo punto non restano che l'attesa e la speranza.
Se Helena ha ben capito la mia domanda e io ben capito la sua risposta, io aspetto e io spero in portoghese si dicono allo stesso modo ... quindi esperamus bem!
domenica 13 aprile 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ma che post simili abbiamo scritto... guarda un po'. Secondo siamo tutti in paranoia elettorale...
Posta un commento